lunedì 5 ottobre 2015

Rubrica | Best Quotes Of.. #04 ALL'INFERNO NON C'È GLAMOUR di Lucy Sykes e Jo Piazza

Come dicevo nel post di prima, ho passato un'intera giornata a studiare e preparare cose che non riguardano il blog o voi o la blogosfera o altro di virtuale. Sono veramente stanco, ho appena realizzato che dovrei ripetere chimica (in realtà non ci ho capito nulla) e che devo andarmi a lavare.
E non ho voglia di fare nessuna delle due cose. Ho soltanto voglia di scrivere e pubblicare questo post, mettermi nel letto e dormire. Così, vestito. Ma so che se non vado a farmi una doccia e non mi metto il pigiama probabilmente domani farò molto, molto tardi a scuola.
Comunque eccovi le Best Quotes Of All'inferno non c'è glamour di Lucy Sykes e Jo Piazza, secondo me.

Inventata da me, la rubrica si propone di condividere i momenti più belli e le citazioni più significanti - almeno per me - di una qualsiasi lettura io abbia fatto. Sono ben accolte richieste sotto le mie recensioni.
ATTENZIONE: RISCHIO PRESENZA SPOILER!

Best Quotes Of... All'inferno non c'è glamour

"Il locale era gremito di ventenni appena usciti dai loro uffici - una ressa di giovani corpi premuti l'uno contro l'altro - e si respirava un clima generale di rimorchio da fumi dell'alcol. Niente di diverso dai bar che frequentava lei da ragazza, salvo che, invece di guardarsi in giro, tutti i presenti tenevano gli occhi incollati al cellulare. Scambiavano sms, twittavano, aggiornavano la loro pagina Facebook. Che senso aveva stare insieme in uno stesso posto? La loro intera vta sociale era condensata nel palmo delle loro mani." (pagina 48)

"In realtà lei non detestava tutta quella tecnologia. Solo non ci era abituata, e si sentiva sopraffatta dalla sua onnipresenza. Rimpiangeva i tempi in cui la gente si guardava negli occhi, invece che tenerli incollati a un display; quando, salendo su un ascensore o su un taxi, ci si scambiava un sorriso o magari quattro chiacchiere; quando i commensali non passavano la cena a scattare foto delle peonie a centrotavola per caricarle immediatamente su Instagram. A volte aveva l'impressione che i social media avessero preso il sopravvento sulla "socialità" vera e propria. Si sceglieva di partecipare a una festa per incontrare gli amici o per vantarsene su Facebook? Si leggeva un articolo per vero interesse o solo per avere qualcosa da twittare? A furia di condividere ogni minimo aspetto della vita, non restava più il tempo di viverla." (pagina 105-106)

"Beninteso, c'erano aspetti del mondo digitalizzato che persino Imogen sapeva apprezzare. Il collegamento istantaneo con nuove community attraverso Instagram e Twitter era una droga più potente di una scarica di caffeina. I "Mi piace" e i retweet facevano miracoli per la sua autostima, pooi regolarmente messa ko nel mondo reale. Grazie alla luce dorata e soffusa dei filtri di Instagram tutto appariva perfetto. Fuori da quell'universo, però, la vita tornava a essere dura e il mondo così spietato da mozzarle il fiato." (pagina 210)

Ecco le frasi più significative del libro, almeno secondo me.
Cosa ne pensate?
Se vi siete persi la mia recensione di All'inferno non c'è glamour cliccate qui per poterla leggere!

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