Buongiorno carissimi lettori del blog!
Come ben sapete il blog ospita il blogtour del nuovo titolo firmato Mariachiara Cabrini: Lie4Me - Passione bugiarda edito Harlequin Mondadori. Oggi tocca a me, dopo la prima tappa del blog ragazzainrosso, in cui vi ha riportato le parole dell'autrice rispetto a come tutto ebbe inizio, la seconda tappa del blog .Ho fatto dell'ansia uno stile di vita., in cui vi ha parlato della genesi della cover, la terza tappa del blog Angel Tany, in cui vi ha presentato la playlist del romanzo.
Oggi è toccato a me l'onore di presentarvi la quarta tappa del blogtour: Un gioiello raro - Un racconto inedito per il blogtour di Lie4Me
SCHEDA DEL LIBRO
Titolo: Lie4Me - Professione bugiarda
Autore: Mariachiara Cabrini
Editore: Harlequin Mondadori eLit
Prezzo: € 3,49
Proprio come l'Alice del Paese delle Meraviglie, anche Alice Schianp ha un'irrefrenabile fantasia e decide di sfruttarla per inventarsi un lavoro alternativo. La sua missione è migliorare le vite altrui... una bugia alla volta. Vuoi mollare il tuo fidanzato ma non vuoi farlo di persona per non vivere un'esperienza spiacevole? Vuoi fare bella figura con il capo, sbarazzarti di una rivale, conquistare un collega? Alice è la donna che fa per te! Non c'è nulla che non possa risolvere grazie alla sua parlantina, e non prova mai rimorsi per ciò che fa, perché mentire paga, e bene! I servizi della sua agenzia sono richiestissimi, gli affari vanno alla grande e anche la vita sentimentale scorre liscia come l'olio, forse proprio perché racconta un bel po' di bugie anche al fidanzato. Finché qualcuno non fa saltare in aria la sua auto. Chi è stato? Alice non intende restare con le mani in mano ad aspettare che la polizia scopra il colpevole. Tanto più che collaborare con l'ispettore Donati, uomo affascinante quanto irritante, potrebbe portare a risvolti inaspettati. In tutti i sensi.
Un gioiello raro
Un racconto inedito per il blogtour di Lie4Me
di Mariachiara Cabrino
Era la settimana
prima di Natale, ma l’atmosfera legata alla festività imminente
non aveva reso tutti più buoni, anzi, proprio il contrario. Si era
presentata a ben tre colloqui di lavoro quel giorno, ed erano andati
uno peggio dell’altro. Non le restava che una speranza: Alice
Schiano, accomodatrice di professione. L’annuncio che aveva fatto
pubblicare sul giornale diceva che cercava una segretaria. Giulia non
aveva la minima idea di cosa facesse un’accomodatrice,
probabilmente era una specie di architetto per interni, specializzata
in ambienti confortevoli… Non aveva importanza in fondo, visto che
le mansioni di una segretaria erano più o meno le stesse, in
qualunque settore si ritrovasse a lavorare. E lei aveva già
esperienza in molti settori, avendo cambiato sei impieghi solo
nell’ultimo anno. Proprio non capiva perché i suoi superiori la
prendessero quasi immediatamente in antipatia. Quelli che lei
considerava pregi: la sua sincerità, la schiettezza, la precisione,
i modi diretti e senza tanti fronzoli, per loro diventavano difetti
insormontabili. Proprio non se ne capacitava. Sua sorella le aveva
detto che sarebbe bastato tenesse chiusa la bocca ogni tanto, per
riuscire a tenersi un lavoro, ma non ne era capace, se vedeva
qualcosa che non andava doveva farlo notare, senza mezzi termini, era
più forte di lei.
Si presentò alla
signorina Schiano con ben poco ottimismo e lei non contribuì di
certo a sollevarle il morale, quando le annunciò di aver chiamato
diversi suoi ex capi per sentire cosa avevano da dire nei suoi
confronti.
-Devo ammettere che
non hanno avuto remore nel dipingerla come un'impiegata capace, ma
scomoda. Saccente, bacchettona, irrispettosa, insolente, ostinata,
so-tutto-io, sono alcuni degli aggettivi più ricorrenti che hanno
usato per descriverla. In parole povere, sa fare bene il suo lavoro,
ma averla in ufficio sembra sia insopportabile. Ha qualcosa da dire a
proposito?
Giulia la fissò
truce. Non intendeva a lasciarsi intimidire, anche se la donna che
aveva davanti la sovrastava di almeno dieci centimetri. La signorina
Schiano era una mora di circa trent’anni, alta e ben piantata, con
due spalle larghe tipiche di chi ha praticato molto nuoto. Le
ricordava un poco Xena la principessa guerriera, a pensarci bene, ma
questo non l’avrebbe frenata dal dire ciò che pensava.
–Direi che sono
stati dei maleducati e che non avrebbero dovuto tirare in ballo delle
impressioni personali e del tutto soggettive, in ambito lavorativo.
Questo è solo indice di poca professionalità.
Sorprendentemente,
la bocca di Alice Schiano si aprì in un largo sorriso –Ben detto.
Vedo che non ha peli sulla lingua, proprio come mi avevano riferito.
Questa sua schiettezza è proprio ciò che cerco nella mia
segretaria, oltre all’efficienza, naturalmente. A volte, nel mio
lavoro, io tendo un poco a esagerare e ho bisogno di qualcuno che non
abbia remore a frenarmi.
Giulia francamente
non riusciva a immaginare in cosa un’arredatrice potesse mai
esagerare. Colori troppo sgargianti? Mobili troppo astratti e
moderni? Comunque se voleva qualcuno che non avesse problemi a dirle
in faccia che una sua scelta di stile faceva schifo, lei ci sarebbe
riuscita benissimo.
-Inoltre –continuò
Alice – sarà molto importante che sappia gestire con polso i
clienti, poiché la mia professione può dare adito ad alcune
problematiche riguardanti il rapporto con il pubblico e i nostri
assistiti. Alcuni animi potrebbero accendersi e noi dobbiamo saperci
tutelare.
Non riusciva a
credere che la gente si azzuffasse per dei mobili o dei complementi
d'arredo, ma rimase zitta, mentre la signorina Schiano proseguiva con
il suo discorso -Credo che lei potrebbe essere la persona giusta per
il ruolo di mia segretaria, ma...
Immaginarsi
se non c'era un ma,
pensò Giulia.
-Prima voglio
sottoporla ad un piccolo test. - concluse Alice Schiano.
-Che tipo di test?
-Niente di
complicato, non si preoccupi. Il mio lavoro spesso richiede l'uso di
specifici accessori e siccome il loro acquisto sarebbe troppo
oneroso, ho stretto accordi con diversi negozi per poterli affittare
a prezzi d'occasione. Purtroppo però, uno dei commercianti che ho
contattato continua a rifiutare ogni mia offerta. Voglio che lo
convinca lei.
La richiesta era
insolita, ma aveva senso. Un'arredatrice probabilmente doveva
mostrare ai suoi clienti possibili arredi e oggetti d'arte varia in
continuazione, non poteva certo acquistarli tutti di tasca propria
-Di che negozio si tratta?
-La gioielleria Luna
blu, in via Mascagni n. 5.
Perché mai
un'arredatrice aveva bisogno di affittare dei gioielli? Riuscì
appena a trattenersi dal chiederlo ad alta voce. Chi mai poteva
capire questi artisti? Forse li usava per abbellire i lampadari o per
indossarli a importanti serate mondane, dove promuoveva delle case o
cercava clienti... Non importava. L'unica cosa che contava era
ottenere il lavoro e questo test sembrava fatto apposta per lei. Era
bravissima a costringere le persone a darle retta, volenti o nolenti.
Nessuno poteva rivaleggiare con la sua testardaggine.
-Se li convincerò,
l'impiego sarà mio?
-Sì. Oggi è il 23
dicembre, crede di potercela fare entro il 28 dicembre? So che è
poco tempo, ma i miei incarichi spesso richiedono azioni tempestive e
la mia segretaria deve provare di saper agire bene e in fretta, anche
sotto pressione.
Era pochissimo tempo
e quasi tutto festivo, ma poteva farcela.
Giulia annuì -Il 28
ci vedremo qui e le consegnerò un contratto, già firmato dal
gioielliere, in cui si impegna ad affittarle a un prezzo vantaggioso
i suoi gioielli.
24 Dicembre
Era la Vigilia di
Natale e Giulia era pronta alla battaglia. Aveva scoperto che Luna
blu era una piccola gioielleria di proprietà di un certo Massimo
Breviglieri, che la gestiva personalmente, con l’aiuto di un solo
altro impiegato. Non si trattava di una delle blindatissime e
carissime gioiellerie milanesi sulla bocca di tutti, perciò
supponeva che convincere il proprietario a collaborare sarebbe stato
semplice, ma la sua supposizione si rivelò sbagliata.
Breviglieri la
ignorò bellamente, quando gli presentò la proposta di
collaborazione con Alice Schiano. –Ho già parlato con lei diverse
volte e sono stato molto chiaro. Non intendo prestarle alcun
gioiello. Non occorre ne faccia una questione personale, io non li
presto a nessuno, né li affitto. Al massimo, per promozione, posso
metterli in mostra, ma solo sotto la mia personale supervisione. Non
mi posso permettere un’assicurazione che mi risarcisca
completamente, in caso smarrisca qualche pezzo.
Giulia non intendeva
certo arrendersi al primo rifiuto -Devo insistere. Non ha neppure
guardato il contratto. Come può rifiutare un’offerta che non
conosce nemmeno?
-Posso, perché non
mi interessa.
-Il suo è un
comportamento stupido e immaturo.
-Cosa?- la guardava
come se fosse pazza, solo perché aveva analizzato oggettivamente la
situazione.
-Rifiutare un
offerta che potrebbe essere vantaggiosa, senza neppure guardarla, è
qualcosa che un bravo uomo d’affari non farebbe mai. Va a
detrimento dei suoi guadagni, è del tutto illogico e perciò
stupido.
-Si rende conto che
è qui per convincermi ad ascoltarla e mi ha già dato dello stupido
ben due volte? Le sembra il modo migliore per rabbonire una persona?
-Non sono qui per
addolcire nessuno, si tratta d’affari. Le offro un’occasione per
guadagnare qualcosa e contemporaneamente farsi pubblicità, non c’è
bisogno di indorare alcuna pillola, è già palese che le conviene
firmare. Faccio appello alla sua logica.
Breviglieri le
lanciò uno sguardo di sfida -La mia logica mi dice di rifiutare.
-La interpelli di
nuovo.- ribatté Giulia.
Lui si limitò a
voltarle le spalle, senza neppure risponderle e tornò a servire i
clienti.
Giulia si sistemò
su un divanetto nell’ingresso e si preparò a una lunga attesa. Non
si sarebbe mossa di lì, finché lui non le avesse dato retta. Se non
altro la vista non era niente male. Massimo Breviglieri era un gran
bel ragazzo, sulla trentina, con ricci capelli castani. Non
altissimo, ma con un bel fisico, era dell’altezza giusta per lei,
che con il suo metro e sessantacinque, doveva spesso storcere il
collo per poter guardare negli occhi le persone. Peccato che non
capisse niente.
In pausa pranzo
ritornò all’attacco, presentandogli sotto il naso il contratto e
bloccando la via del suo panino alla bocca –Lo legga.
Breviglieri sospirò,
ma lo lesse. Poi la guardò e disse secco –Rifiuto l’accordo.
-Lo legga meglio.
-Sto esaurendo la
pazienza. Vada via da sola o la sbatto fuori dal negozio.
-Ho tutto il diritto
di stare qui, potrei essere una sua cliente o diventarlo da un
momento all’altro.
La fissò torvo, ma
non disse nulla.
Giulia rimase in
gioielleria fino all’orario di chiusura. Non riuscì a farsi
firmare il contratto, ma ascoltandolo parlare con i clienti, venne a
sapere che la sera di Natale Breviglieri avrebbe partecipato a un
gala organizzato dalla Signora Gornini Filandri a Palazzo Reale, per
una raccolta fondi a favore di non si sa quale causa. Anche lei
sarebbe stata là.
25 Dicembre
Era la sera di
Natale, ma invece di essere al cenone organizzato dalla sua famiglia,
Giulia si trovava davanti a Palazzo reale, pronta ad imbucarsi a una
festa privata. Non aveva dubbi sul fatto che sarebbe riuscita a
entrare, gli invitati erano numerosi e arrivano in gruppi
disomogenei, che spesso si perdevano in convenevoli proprio davanti
all’ingresso. Mimetizzarsi in mezzo a loro fu semplicissimo, anche
perché era minuta e vestita di nero, come molte altre signore, e una
volta dentro non le restò che trovare Breviglieri.
Il gala si teneva
nella Sala delle cariatidi e in effetti molti degli ospiti era
proprio anziane cariatidi, perciò individuare il giovane gioielliere
in smoking fu facile. Vicino a lui, in diverse teche, erano esposti
alcuni suoi gioielli: delle preziose parure in diamanti, smeraldi e
rubini per precisione, i cui colori richiamavano il tricolore
italiano.
Lo avvicinò e gli
sorrise. Lui si limitò ad aggrottare la fronte.
-Buon Natale.- gli
disse, prima di allungargli di nuovo il contratto.
-Cosa diavolo ci fa
qui? - sbottò Breviglieri, cercando di dominarsi e non urlare
davanti a tutta quella gente, ma non riuscendo completamente
nell'intento. Diverse signore si erano già voltate verso di loro.
-Le sto dando una
seconda possibilità di tornare sui suoi passi e correggere il suo
errore, firmando questo contratto.
-Lei è pazza.-
l’accusò il gioielliere, scuotendo il capo.
-Affatto.
La mia mente è ben più lucida della sua. Sto cercando di aiutarla e
lei nemmeno se ne accorge. Questa serata dovrebbe aiutare i suoi
affari, giusto? Mettere in mostra i suoi gioielli a un evento a cui
presenzia buona parte della Milano
Bene
dovrebbe procurale nuovi clienti. Almeno in teoria.
-Infatti.- le
rispose lui a denti stretti.
Giulia indicò con
la mano il tavolo che il catering aveva riempito di leccornie
natalizie -Eppure c'è più gente intorno al buffet che non davanti
alle teche, che stanno venendo bellamente ignorate. Non mi sembra una
strategia di marketing vincente. È sposato, fidanzato, ha una
compagna?
-No, ma cosa
c'entra...?
-Lo immaginavo.
Infatti è evidente che non capisce nulla di psicologia femminile,
anche se le donne sono le sue principali clienti. Guardi e impari.
Giulia lo prese per
un braccio e si diresse verso un gruppo di donne che stavano
spettegolando lì vicino – Buonasera, scusate l'interruzione, ma
volevamo chiedervi un'opinione riguardo una piccola disputa che
abbiamo avuto. Io sostengo che sarebbe molto più carino e
interessante vedere i gioielli indosso a modelle o ad alcune degli
ospiti, invece che esposti in una fredda teca, mentre il signore
sostiene il contrario. Voi cosa ne pensate?
La guardarono
perplessa per qualche secondo, ma poi risposero una dopo l'altra.
-Vederli su una
modella, abbinati a un abito da sera, sarebbe carino.
-Già, potresti
vedere come si abbinano ad abiti di diversi colori e tessuti. Oppure
che effetto fanno su una pelle abbronzata o pallida....
-E se stanno bene a
chi ha un ampio décolleté, oppure no.
Giulia si girò
verso Breviglieri, con un sorriso soddisfatto, poi lo trascinò verso
altre due coppie a cui chiese la stessa cosa, ottenendo più o meno
la stessa risposta.
Prima che
importunasse tutti gli ospiti, lui si affrettò a portarla al centro
della sala, dove alcune coppie avevano già iniziato a ballare sulla
musica messa dal deejay della serata e, prendendola tra le braccia,
la costrinse a seguire il ritmo.
-Ehi!- si lamentò
lei, ma lui la zittì, tirandola più vicino a sé per sussurrarle
-Ho capito dove vuole arrivare, ha provato il suo punto di vista, non
occorre che faccia il giro di tutta la sala!
-Spero sul serio di
averle aperto gli occhi. Lei ha un disperato bisogno di pubblicità.
Ieri era la vigilia di Natale, il suo negozio avrebbe dovuto essere
pieno, invece era deserto. Affittare i suoi gioielli è solo la prima
di molte cose che potrebbe fare per migliorare i suoi affari.
-Non si stanca mai
di dire agli altri ciò che devono fare?
Giulia alzò gli
occhi al cielo –È tutta la vita che ho la sensazione di essere
l’unica a vedere con chiarezza problemi e soluzioni intorno a me.
Cerco sempre di dare una mano, di spiegare come molte cose potrebbero
essere risolte o migliorate, ma nessuno mi ascolta. Nessuno vede ciò
che io vedo. E ciò mi fa sentire diversa. Isolata. E non è solo una
sensazione, la gente arriva al punto di evitarmi, perché vengo
considerata una saccente rompiscatole, quando tutto ciò che cerco di
fare è aiutare il prossimo. Se solo potessi lavarmi le mani dei
fatti altrui, non interessarmi di ciò che avviene intorno a me, mi
creda, lo farei. Mi eviterei una montagna di problemi! Avrei un
lavoro, tanto per cominciare, e stasera sarei con la mia famiglia e i
miei nipotini invece che qui, a venire giudicata ancora una volta! Ma
io non sono fatta così, rifiuto di lasciarmi intimidire dagli altri
o di arrendermi alla prima difficoltà. Vado avanti per la mia strada
e al diavolo ciò che pensa la gente. Io ho la coscienza posto e
tanto mi basta!
Lui la fissò per
qualche minuto senza parlare, una luce pensosa negli occhi -Bè,
senza dubbio ha coraggio, questo devo ammetterlo. Molti avrebbero già
rinunciato a tentare di convincermi, ma lei no. E in effetti, i
responsi che ho sentito mi hanno fatto riflettere.
-Firmerà il
contratto?
-Ci devo pensare, ma
me lo lasci. Lo voglio rileggere con calma.
-Potrebbe
utilizzarlo come base, per creare contratti simili con altre aziende
o professionisti di vari settori. La sua gioielleria ha bisogno di
espandersi, le occorre qualcuno che le possa suggerire nuove idee e
la aiuti a comprendere meglio il punto di vista femminile. Dovrebbe
trovarsi una fidanzata. Qualcuno deciso, dinamico, che saprebbe darle
le dritte giuste, ma non lavorasse per lei. Io, per esempio, saprei
benissimo cosa suggerirle per migliorare i suoi affari e sono libera
e disponibile.
Breviglieri sgranò
gli occhi – Lei è veramente la persona più strana che io abbia
mai incontrato. Non so neppure il suo nome di battesimo, ci siamo
visti ieri per la prima volta, e solo per questioni lavorative. L’ho
ignorata, trattata a pesci in faccia e fatto capire in ogni modo che
non volevo niente a che fare con lei, e ora mi dice che sarebbe
disposta a diventare la mia fidanzata!?!
Giulia sospirò
–L’ho fatta arrabbiare di nuovo. Non lo faccio apposta, mi creda.
Il mio problema è che non ho filtri fra il cervello e la bocca, se
penso una cosa devo dirla. Se vedo un problema e capisco la sua
soluzione, devo comunicarla all’interessato, anche se so che questo
se ne risentirà, perché si sentirà sminuito e, per ricambiare,
cercherà di sminuire me. È la storia della mia vita. E come se non
bastasse, sono incapace di mentire. Non capisco, né ho mai capito,
l’utilità delle bugie, perciò non le utilizzo, nemmeno per essere
gentile. D’altronde come si può considerare gentilezza una
menzogna, che altro non è che una presa in giro? Io la trovo
attraente e non vedo motivo di nasconderglielo. Trovo anche che abbia
bisogno di una fidanzata che l’aiuti nel suo lavoro, perciò perché
non propormi? Però ha ragione, avrei almeno dovuto dirle il mio nome
completo prima. Io sono Giulia Veghini e dobbiamo certamente darci
del tu, ormai.
-Tu mi sconcerti
Giulia.
-Non è una novità
purtroppo, tendo ad avere questo effetto sulle persone.- gli rispose
in tono rassegnato.
Lui la scrutava,
come fosse un puzzle particolarmente complicato da risolvere -Non so
se essere lusingato o spaventato. Una parte di me, è tentata di
fuggire a gambe levate, ma un’altra è incuriosita dal modo in cui
funziona la tua mente. E sono curioso di testare la tua sincerità
cronica.
- Chiedimi pure
tutto ciò che vuoi, al massimo mi rifiuterò di rispondere, ma non
mentirò.
Una luce divertita
gli accese lo sguardo -Sei una bionda naturale?
-Sì. Ma ne potrai
avere prova, solo se diventeremo intimi, non prima.
-Sei attratta da me,
fisicamente?
-Ti trovo
estremamente carino e sei dell’età e dell’altezza giusta per me,
due particolari molto importanti.
-Ti piaccio solo per
il mio aspetto prestante, allora?
-Sei carino, ma se
inizi a fare il pavone perderai punti, ti avverto. Sei in cerca di
complimenti? Sono attratta dal tuo aspetto, ma non solo da quello.
Anche se non ti conosco abbastanza per giudicare con cognizione di
causa il tuo carattere, quello che ho visto mi piace. Nonostante la
mia insistenza e i miei modi fin troppo schietti e diretti, non mi
hai trattato male, né urlato più di tanto contro, e stasera invece
di farmi cacciare via dai buttafuori, in quanto non invitata, quando
ti ho messo in imbarazzo davanti agli ospiti, ti sei limitato a
portarmi sulla pista da ballo. Sei stato un vero gentiluomo e non è
cosa da tutti.
-Ho qualche speranza
di portarti a letto stasera?
-Se berrò
abbastanza champagne, credo proprio di sì. Ma credo anche che tu non
sia il tipo che si approfitta di una debolezza altrui. Ho un’alta
opinione del tuo carattere e non penso tu voglia deludermi. Mi sembri
il tipo di persona che cerca sempre di accontentare gli altri e
rispondere alle loro aspettative. Mi sbaglio?
Massimo sospirò
–Purtroppo no. Ce l’ho scritto in fronte?
-No, ma ti ho visto
con i tuoi clienti e sono piuttosto brava a giudicare le persone al
primo sguardo. Non preoccuparti, se ci metteremo insieme, penserò io
a fare in modo che le persone non pretendano troppo da te.
- È sicuramente un
buon argomento per convincermi a non scappare dal tuo insolito
corteggiamento, se lo possiamo chiamare così, ma avrei preferito un
incoraggiamento più… fisico.
-Ti accontento
subito - disse Giulia, prima di allacciargli le braccia al collo e
alzarsi in punta di piedi, per baciarlo davanti ai circa ottocento
invitati della festa di Natale.
26 dicembre
Questa prometteva di
essere una buona giornata per Giulia. Finalmente avrebbe avuto in
mano il contratto firmato, che le avrebbe permesso di ottenere il
lavoro di segretaria della signorina Schiano, e forse avrebbe persino
guadagnato un fidanzato grazie a questa assurda storia. Un nuovo
impiego e un uomo sarebbero stati due regali di Natale molto graditi.
Purtroppo
le sue aspettative finirono in frantumi davanti alla vetrina della
gioielleria che era irrefutabilmente chiusa. Sulla saracinesca
abbassata campeggiava un foglio su cui era stato stampata una breve e
misteriosa frase:
Non sono qui.
La sera prima
Massimo le era sembrato intrigato e incuriosito, quando le aveva dato
appuntamento lì quella mattina... invece doveva averlo spaventato.
Era abituata a una tale reazione, eppure lui le era sembrato diverso.
Non poteva essersi ingannata a tal punto.
Rilesse
almeno dieci volte quella frase, mentre il suo cervello lavorava a
mille all'ora. Non era ciò che avrebbe scritto qualcuno che non
voleva più essere importunato da una pazza. Anzi... Non
sono qui
implicava che si trovasse altrove e che forse voleva che lei lo
trovasse. Suonava come una sfida. E lei non si tirava mai indietro
davanti a una sfida.
Consultò
le Pagine Bianche e trovò facilmente il suo indirizzo di casa.
Arrivò al portone del condominio e non si stupì di trovare di nuovo
un foglio bianco con su scritto: Non
sono nemmeno qui.
La prendeva pure in
giro! D’altronde sarebbe stato troppo facile.
Rifletté su dove
mai potesse essersi nascosto, le possibilità erano infinite, ma se
voleva essere trovato doveva essere un luogo che lei conosceva e
poteva associare a lui.
Decisa,
si diresse all’ufficio di Alice Schiano. Le luci erano spente,
tutto era chiuso, sulla porta a vetri campeggiava la scritta: Non
sono nemmeno qui.
Per uno che aveva
detto di non capire come funzionava la sua mente, Massimo sembrava
saperla anticipare fin troppo bene!
Trovare l’indirizzo
di casa della Schiano fu più complicato. Non era sulle pagine
bianche, ma il sito dell’agenzia riportava un numero di cellulare,
che incrociato con i dati di Linkedin e altri siti fornì un
recapito.
Lì non trovò ad
attenderla alcun biglietto, il che sembrava promettente. Suonò il
campanello, e la signorina Schiano scese ad aprirle la porta con
espressione fin troppo pimpante -Salve! Mi spiace dirle che
Breviglieri non è qui. Mi ha chiamato prima, avvertendomi che forse
sarebbe passata e di girarle questo messaggio. La cosa mi ha alquanto
incuriosita, spero che poi mi racconterà tutta la storia una volta
che verrà a consegnarmi il contratto. Adoro gli intrighi! D’altronde
con il lavoro che faccio è normale.
-Cosa c’entrano
mai gli intrighi con l’arrendamento?
-Lei crede io sia
un’arredatrice?! Oh no! Il mio impiego è molto più interessante!
Vedrà che non si annoierà mai con me! Mi sembra molto portata per
il mio settore. Ma non voglio rovinarle la sorpresa. Domani mi porti
il contratto e le spiegherò tutto. Buona caccia!
Chiuse la porta e
lasciò Giulia sul pianerottolo a riflettere. Dove cavolo poteva
essersi cacciato Massimo?
La cosa più logica
era che si fosse nascosto nell’ultimo posto, tra i luoghi a lei
noti, in cui avrebbe guardato. Ma certo! Come aveva fatto a non
capirlo prima?
Corse a casa sua e
lo trovò ad aspettarla davanti alla porta. Quella mattina doveva
aver aspettato che lei uscisse, per appostarsi poi davanti al suo
appartamento.
Quando la vide
arrivare, le sorrise –Hai fatto in fretta, speravo di farti girare
di più, ho sistemato un sacco di biglietti in giro per Milano.
-Perché?
-Dovevo farmi
desiderare un poco, non credi? Non potevo renderti tutto troppo
facile, o avresti perso interesse.
Giulia scosse la
testa. Si era dato tanto da fare per lei! E per attirarla, non per
respingerla! Era incredibile. Nessuno aveva mai fatto niente del
genere. Di solito si limitavano a scappare a gambe levate. Era quasi
commossa. – Quindi ti interesso?
Massimo le prese il
viso fra le mani e la baciò dolcemente sulle labbra, una carezza che
la scaldò fin nel profondo, per l’attenzione e la cura con cui la
stava sfiorando. Come fosse qualcosa di fragile e prezioso. Proprio
lei, che veniva considerata da tutti una specie di bulldozer
irrefrenabile.
-Sì, mi interessi,
nel caso non l’avessi già capito. – le sussurrò, allontanando
appena le labbra dalle sue. –Che tu ci creda o no, non mi capita
tutti i giorni di venire inseguito da una bella donna, per di più
incapace di mentire. Non voglio perdere quest’occasione. Sei un
gioiello raro.
-Ora mi hai messo in
imbarazzo. Cosa per niente da me. Non so cosa dire per ricambiare,
non sono abituata ai complimenti. Di solito mi considerano solo una
gran rompiscatole e non esitano a dirmelo. - ammise Giulia
-Meglio per me, se
nessun uomo fino ad oggi ti ha capito. Altrimenti non saresti ancora
single. Non sai quanto sia piacevole non doversi arrovellare per
cercare di capire cosa pensi! Di solito bisogna cercare di intuire da
mille segnali cosa vuole una donna, poiché non te lo dirà mai in
modo chiaro e tondo, vuole che tu ci arrivi per istinto, convinta che
se la ami davvero, devi saperlo e basta. Invece con te basta chiedere
e a volte non bisogna fare neppure quello, poiché dici sempre
spontaneamente ciò che ti passa per la testa. Come ora ad esempio.
Nessuna donna di mia conoscenza avrebbe mai ammesso di non essere
abituata ai complimenti, ma tu l'hai fatto senza problemi. Credo che
potrei innamorarmi seriamente di te.- ammise Massimo, poggiando la
fronte contro quella di lei.
Giulia gli sorrise
-Bene! Perché io credo di volerti proprio sposare.
-Un uomo normale
fuggirebbe sentendo questo, te ne rendi conto? - le confidò Massimo,
solo per vedere il sorriso di lei divenire trionfante.
-Ma tu non sei
normale, sei straordinario. Non per nulla ti ho scelto. E io non
sbaglio mai.
Perfetto ragazzi!
Fatemi sapere se questo racconto vi incuriosisce.
L'ultima tappa del blogtour domani sul blog La Fenice Book
Uh, ma che bellooo ^w^ Lo metto tra i preferiti, voglio leggerlo dopo aver letto il romanzo!
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